Perché abbiamo paura del dentista?
La paura del dentista è multifattoriale: non esiste un’unica causa, ma un insieme di esperienze, emozioni, pensieri e contesti che si sommano. Non ci dobbiamo vergognare di avere paura ma capirne la causa ci può aiutare ad affrontarla.
I fattori più documentati:
Esperienze negative pregresse (dolore durante cure, comunicazione poco empatica, sensazione di non essere ascoltati). Questa è una delle cause più comuni, spesso non c’è un unico responsabile ma in ogni caso le conseguenze di esperienze negative rischiano di ripercuotersi per tutto il percorso odontoiatrico del paziente.
Dolore atteso, aghi e rumori/odori dello studio (trapano, eugenolo), che possono diventare “segnali” ansiogeni. Quante volte diciamo “nello studio dentistico c’è quell’odore così caratteristico!” ed è vero! I materiali ed i disinfettanti che vengono utilizzati sono più o meno gli stessi per la maggior parte degli studi dentistici e questo va a creare un -odore caratteristico-
Perdita di controllo e imprevedibilità: non sapere cosa succederà, difficoltà a fermare la procedura e non dimentichiamo la posizione “sfavorevole” in cui ci troviamo. Essere distesi ed avere persone vicino in piedi e con libertà di movimento ci fa sentire più vulnerabili, è comprensibile.
Imbarazzo o vergogna per lo stato dei denti o dell’alito, con timore del giudizio.
Apprendimento per “vie” diverse: condizionamento diretto, racconti minacciosi, osservazione di altri, informazioni allarmanti, influenza genitoriale.
Fattori psicologici generali: tendenza all’ansia, ipersensibilità sensoriale.
Ma cosa posso fare?
In questa prima parte vedremo a livello di letteratura scientifica cosa è possibile fare.
Le strategie efficaci dipendono dall’obiettivo: ridurre l’ansia nell’immediato durante la seduta o curare la tendenza ansiosa/fobica nel tempo.
Per stare meglio subito durante la seduta
Ipnosi clinica: evidenza di moderata qualità per ridurre l’ansia durante chirurgia orale.
Benzodiazepine (es. pre-medicazione mirata): evidenza di bassa qualità, ma può aiutare in selezionati casi, nel rispetto delle linee guida di sedazione e monitoraggio.
realtà virtuale (esposizione o distrazione), musica, aromaterapia, video informativi.
Strumenti pratici (buona pratica clinica, utili anche senza farmaci): concordare segnali stop e pause, informazioni chiare e anticipate, controllo del dolore con anestesia locale efficace e gel topici, appuntamenti più brevi e orari dedicati.
Non aver paura di parlare. Se la paura del dentista è qualcosa di molto diffuso, perché non provare a lavorarci?
Se vuoi “mettere le mani avanti” fallo senza paura, il personale sanitario che ti prende in cura ha il compito di aiutarti ed insieme potete scegliere come approcciarsi alle sedute.
Hai mai pensato di chiedere la tua musica preferita? Senti di aver bisogno dell’anestesia?
Spesso con i pazienti che incontro per la prima volto concordo sul fare qualche minuto di prova (l’acqua è troppo fredda? La tua posizione è comoda?) e poi continuare la seduta in tranquillità.
Per ridurre l’ansia/fobia nel medio-lungo periodo
Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): si lavora su i pensieri e sui comportamenti per modificare le vecchie convinzioni e crearne di nuove.
Alcune volte si possono svolgere esercizi di rilassamento/respirazione, ascoltare musica o immaginare scenari rassicuranti.
Esposizione graduale agli stimoli temuti: suoni, strumenti, iniezioni. Niente deve essere fatto di fretta, puoi chiedere più tempo per abituarti alla procedura.
Se hai subito un trauma legato alle cure odontoiatriche alcune volte è necessario un percorso specifico. (per ovvie ragioni non trattiamo questa possibilità in questo articolo)
Sedazione: quando e come
Quando l’ansia impedisce di eseguire cure necessarie, si può ricorrere a sedazione cosciente (protossido d’azoto, benzodiazepine orali/EV) eseguita da team addestrati, con monitoraggio e criteri di selezione chiari.
Un piano pratico in 5 passi per il paziente
Dillo apertamente: informare il team fin dal momento della prenotazione che provi ansia/fobia. Non sei il solo: è comune e trattabile.
Prima visita “soft”: appuntamento conoscitivo senza cure, solo spiegazioni, visita delicata e definizione dei segnali stop.
Micro-obiettivi: comincia con sedute brevi e procedure semplici; pianifica pause.
Tecniche mente-corpo: respirazione lenta, rilassamento muscolare, attenzione al corpo durante la seduta; valuta, con il dentista, opzioni come ipnosi o (se serve) premedicazione.
Se l’ansia è alta o c’è evitamento: chiedi un supporto con CBT (terapia cognitiva-comportamentale: anche breve, talvolta integrata nello studio dentistico). La sedazione può essere un ponte, non l’unica risposta.
Aggiungo qui un consiglio che uso io, paziente come te che leggi questo articolo.
Personalmente ci sono pratiche mediche che mi rendono nervosa ed almeno nel mio caso cerco sempre di approcciarmi con calma, non arrivo in studio 1 minuto prima dell’appuntamento e mi assicuro di avere dopo il tempo necessario per rilassarmi. Possso prendermi qualche ora di riposo dopo? Lo faccio. Associo un’attiviotà che non troco molto piacevole ad una che invece lo è, si parla di Rinforzo positivo.
La paura del dentista è comune, razionale (se ci pensi: riguarda dolore, controllo, fiducia) e curabile. Con una comunicazione chiara, tecniche comportamentali mirate, analgesia efficace e quando serve ,supporto psicologico o sedazione, è possibile tornare a curarsi senza angoscia. Parlane con lo studio, potrà costruire un percorso su misura.