Sensibilità dentale: un problema molto diffuso!

L’ipersensibilità dentinale è un dolore transitorio causato dall’esposizione della dentina a stimoli di varia natura. Questi possono infatti essere chimici, fisici, osmotici o termici.

Questo disturbo può essere invalidante all’assunzione di bevande o sostanze con particolari caratteristiche, per esempio troppo fredde o acide, portando così con sé problematiche di natura anche sociale.

L’importanza di una buona diagnosi differenziale ci permette di evidenziarla come problematica assestante e trattarla in modo efficace.

La sensibilità dentinale può essere il primo campanello di allarme per:

-esposizione di dentina

- carie incipienti,

- restauri eseguiti recentemente oppure in fase di decadimento,

- elementi dentali con incrinature o processi infiammatori in atto,

- sensibilità a seguito di un trattamento sbiancante.

È molto importante effettuare un esame obiettivo accurato prima di pianificare un trattamento specifico.

Molte persone soffrono di questo disturbo, soprattutto donne nella terza decade di vita. Le persone anziane invece, nonostante siano andate incontro a recessioni gengivali in seguito al mantenimento dei propri elementi dentali; hanno dei meccanismi di autodifesa che portano ad una diminuzione della sensibilità. Tra questi troviamo:  aumento della dentina di reazione, riduzione della dimensione della camera pulpare e riduzione della cellularità, della vascolarizzazione e del numero di fibre nervose all’interno della polpa.

I denti che maggiormente vanno incontro alla sensibilità dentinale sono i canini ed i primi premolari. In pazienti bruxisti, bulimici o con forte reflusso gastro-esofageo le superfici maggiormente colpite sono le cuspidi e le superfici orali. 

Non dimentichiamoci che affinchè  ci sia sensibilità è necessario:

- che sia presente un’esposizione dentinale,

- che i tubuli dentinali siano pervi.